Sunday, July 23, 2006

Appello per la libertà di televisione via Internet

Dalla Newsletter di Tiscali (ved. anche il blog Privacy):

Questa mail parla del sistema della televisione in Italia, della sua evoluzione e del punto di snodo importante in cui ci troviamo oggi e che ci riguarda tutti.

Per questa ragione abbiamo scritto al Dr. Viviane Reding, Commissario Europeo alla Società per l'Informazione e Media ed abbiamo inviato alcuni milioni di email agli utenti internet italiani. (www.regoleperiptv.it)

L'Autorità delle Comunicazioni ha concluso da poco un procedimento chiamato analisi del mercato dei servizi di diffusione radiotelevisiva per la trasmissione di contenuti agli utenti finali, ovvero l'analisi del mercato televisivo.

L'Autorità Italiana per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha ritenuto che nel mercato della televisione via cavo non sussistano oggi posizioni dominanti e, di conseguenza, non siano necessari provvedimenti pro-competitivi per il prossimo futuro.

Le scriventi organizzazioni ritengono tale decisione profondamente lesiva non solo della concorrenza, ma anche della pluralità di informazione e delle libertà costituzionali.

Infatti, in Italia, televisione via cavo significa sostanzialmente IPTV, ovverosia televisione su protocollo IP portata a casa degli utenti attraverso le tecnologie della convergenza ed il cosiddetto accesso a larga banda.
Un mercato, quello dell'accesso ADSL, nel quale Telecom Italia (TI) detiene oggi una quota superiore al 70%.

È pertanto prevedibile che:

- i fornitori di contenuti, per raggiungere il maggior numero di utenti, useranno la "piattaforma" a larga banda dell'operatore dominante e quindi;
- gli utenti finali, per accedere al maggior numero di contenuti, tenderanno a concentrarsi sulla rete larga banda della stessa Telecom Italia.

Una situazione diametralmente opposta all'Internet che tutti conosciamo ed apprezziamo che consente a chiunque di accedere a qualunque contenuto a prescindere dal fornitore di accesso utilizzato.

Il monopolista di fatto nel mercato dell'accesso alla rete, estenderebbe così il controllo dalla rete di accesso alla IPTV e ai relativi contenuti, anche informativi.

Le scriventi organizzazioni ritengono viceversa che tutti gli utenti a larga banda debbano poter scegliere liberamente e disgiuntamente i propri fornitori di accesso, di contenuti e di servizi larga banda e per questa ragione ha inviato al Commissario Europeo per la Società dell'Informazione ed i Media, S.E. Viviane Reding la mail in allegato.

Questo obiettivo può essere facilmente raggiunto imponendo e facendo rispettare, come è nei poteri dell'Autorità, due semplici regole:

il soggetto che detiene a monte un rilevante potere di mercato nell'accesso larga banda deve essere obbligato ad interconnettere, ai diversi livelli, la sua rete di distribuzione dei contenuti con quelle dei concorrenti, e deve essere fatto rispettare, anche per la rete di distribuzione di contenuti IPTV la regola, già in vigore per le altre piattaforme televisive, di separazione strutturale tra la rete e contenuti.

Se condividi questa opinione, inoltra questa eMail e sottoscrivi anche tu L'appello per la libertà di televisione via Internet pubblicato su http://www.regoleperiptv.it

Stefano Quintarelli Presidente AIIP (http://www.aiip.it)

Maurizio Gotta Presidente Anti Digital Divide (http://www.antidigitaldivide.org)

Matteo Fici Presidente Assoprovider (http://www.assoprovider.it)

Guido Tripaldi Presidente Voipex (http://www.voipex.it)

1 comment:

Anonymous said...

Sono uno dei tanti nessuno ed ho già scritto da email (laudens). Per me, anche se non guardo televisione, la cosa è semplice: da quando si instaura una situazione di diffusione delle emitittenze, o anche semplici servizi, che prima erano raggruppati in uno solo e di Monopolio, con la cessazione del Monopolio stesso, le emittenze che prima erano uniche e potevano richiedere un canone (proprio per l'unicità) ora non hanno più alcun diritto altrimenti si prospetterebbe una sorta di concorrenza sleale verso le altre emittenti private e nascenti, che si vedrebbero sottoposte ad assurde regole, quelle classiche dette "clausole vessatorie". Per meglio spiegarci: se è concesso a tutti, perché allora penalizzare solo le parti private (che contribuiscono alla diffusione lavoro) e agevolare quelle dette di Stato? La RAI ha agevolazione di canone obbligatorio, che già rende la cosa troppo ambigua: se hanno concesso, perché bisogna pagare un canone illegittimo (quando manca la corrente, mi dai ugualmente il servizio?) alla RAI che nulla ha a che vedere con le spese sostenute da chi apre un'emittente? Stessa cosa per Telecom e per tutte le ditte/enti che ad oggi sono stati de-Monopolizzati, altrimenti il far decadere il Monopolio rimane solo una parola, ma non un fatto concreto. Che ci siano delle regole, è giusto, ma che quelle siano state dettate da Telecom o RAI, allora la cosa è ambigua, per non dire pilotata a favore (altro termine qui omesso). Perché non si attaccano anche a chi produce carta igienica, che farebbero soldi a palate?